Un nuovo trattamento per l’osteoartrite nel cavallo

osteoartrite nel cavallo

L’osteoartrite nel cavallo, che a volte è chiamata erroneamente solo artrite, è una patologia purtroppo molto diffusa. Con questo articolo cercheremo di spiegare come funziona e cosa si sta studiando per contrastarla nel modo più efficace e sicuro possibile. Speriamo di potervi aiutare non solo a comprendere la malattia, ma anche l’importanza della sua prevenzione.

Le terapie e gli integratori per le articolazioni disponibili sul mercato, hanno un effetto di rallentamento della malattia.
A quanto pare invece, i macrofagi derivati dal midollo osseo,, promettono l’arrivo di  un nuovo approccio al trattamento dell’osteoartrite nel cavallo. Questo è quanto sostenuto il dottor Bruno Menarim, durante la sua presentazione del 2020 alla convention dell’Associazione Americana dei Veterinari Equini tenutasi virtualmente.

Questi macrofagi sono un tipo di globuli bianchi che producono il mediatore antinfiammatorio interleuchina-10 (IL-10).

Menarim, attualmente al Gluck Equine Research Center dell’Università del Kentucky, ha ricordato che l’infiammazione del rivestimento interno dell’articolazione, o sinovite, è un segno distintivo dell’osteoartrite nel cavallo. Di fronte all’infiammazione acuta, i macrofagi che risiedono nell’articolazione proliferano. Non solo, essi reclutano altri macrofagi dal midollo delle ossa lunghe vicine per rispondere alle lesioni. Tra le altre cose, questi macrofagi risolvono l’infiammazione articolare e ripristinano l’omeostasi articolare aiutando a ricostruire i tessuti danneggiati.

“Se il danno di questa infiammazione articolare acuta supera la capacità dei macrofagi di risolverla, allora ne consegue un’infiammazione cronica e l’osteoartrite”, ha detto Menarim.

L’esperimento

Menarim ha cercato di capire se l’iniezione di macrofagi da aspirati di midollo osseo potrebbe aiutare a risolvere l’osteoartrite nel cavallo acuta in modo che non diventi cronica. Ha cercato, in pratica, di aiutare i macrofagi naturali iniettandone di esterni.

Per fare questo, i ricercatori hanno studiato sei purosangue, inducendo la sinovite in entrambe le articolazioni del ginocchio. Otto ore dopo hanno iniettato una delle articolazioni radiocarpali e un’articolazione del garretto (senza sinovite) con cellule nucleate isolate da un aspirato di midollo osseo autologo (specifico del paziente). La maggior parte di queste cellule nucleate erano macrofagi.

Il team ha raccolto il liquido sinoviale dai cavalli nei giorni 1, 4 e 6 dello studio.

“Abbiamo trovato livelli significativamente più bassi di infiammazione nel liquido sinoviale e nel rivestimento articolare dei cavalli trattati”, ha detto Menarim. “Abbiamo anche trovato concentrazioni significativamente più elevate di macrofagi specifici che producevano alte concentrazioni di IL-10 nel fluido articolare”.

Oltre a risolvere l’infiammazione acuta delle articolazioni, le cellule mononucleate del midollo osseo possono servire come un pratico trattamento point-of-care per i traumi articolari, ha detto Menarim. I veterinari possono raccogliere e trattare il midollo osseo del paziente per isolare i macrofagi in circa tre ore, e congelare le rimanenze per un ulteriore utilizzo.

La ricerca è stata presentata da circa un anno, ma i risultati sono molto incoraggianti!