Come tenere le briglie del cavallo: la ricerca scientifica scopre i vantaggi in termini di prestazioni della riduzione della pressione delle briglie
L’uso di briglie modificate ha un impatto significativo su tutta la locomozione del cavallo, non si tratta solo di come tenere le briglie del cavallo, ma di come le briglie sono state disegnate.
I recenti progressi scientifici hanno visto un aumento della ricerca mirata prestazioni, in particolare nel mondo dei cavalli sportivi, dove un podio può dipendere dal più piccolo dei margini. Sono stati esaminati tutti gli elementi dell’attrezzatura da allenamento, e alcuni risultati inaspettati sono emersi. Forse una delle scoperte più sorprendenti è stata l’effetto che la vestibilità e il design delle briglie hanno sull’apparato locomotore del cavallo. La briglia è un elemento trascurato dell’attrezzatura che, fino ad ora, ha ricevuto poca attenzione scientifica ed è rimasta più un elemento che regola il rapporto fisico tra cavaliere e cavallo. Ma il come tenere le briglie del cavallo è importante almeno quanto la qualità delle briglie stesse.
Gioco di testa!
Oltre a migliorare la locomozione, queste scoperte potrebbero avere un beneficio significativo quando si tratta di risolvere problemi comuni che influenzano le prestazioni in gara, come le lesioni orali agli angoli delle labbra, la lingua che si muove e pende, così come i problemi di sterzata o di controllo. La ricerca indica che questi comportamenti si verificano probabilmente come risultato del fatto che il cavallo cerca sollievo dalla pressione e dall’instabilità della briglia. Una soluzione efficace sarebbe quella di rimuovere la causa primaria del disagio che porta al comportamento negativo o indesiderato utilizzando una briglia modificata per alleviare la pressione.
Misurazioni di testa
La ricerca ha usato un tappetino con un sensore di pressione calibrato, che è stato posizionato sotto tutte le parti della briglia, e ha rivelato risultati interessanti e ha smentito alcune ipotesi a lungo sostenute. Per molto tempo si è pensato che i cavalli avvertissero la pressione della briglia direttamente sulla nuca. Invece, le aree di alta pressione di picco erano situate alla base delle orecchie nella regione in cui il frontalino si congiunge al montante. Anatomicamente questo corrisponde all’ articolazione temporo-mandibolare (ATM). L’ATM è una parte essenziale del cavallo, associata al riflesso della deglutizione e all’apparato ioideo. La posizione della pressione (base dell’orecchio e ATM) era coerente in tutte le redini comunemente usate e si verificava nello stesso tipo di passo, indipendentemente dalla marca o dal design. L’uso di sensori sulle articolazioni ha permesso ai ricercatori di quantificare come la cinematica degli arti anteriori e posteriori si fosse alterata, rivelando un aumento della gamma di movimento degli arti quando le pressioni di picco nelle zone anatomiche sono state rimosse.
Questione di naso
Anche le fasce nasali, così come il sopracapo, possono essere associate a pressioni estremamente elevate, e quindi hanno anche effetti significativi sulla locomozione equina. Dalla ricerca è emerso che la massima pressione della fascia nasale si trovava su entrambi i lati dell’osso nasale, causando la compressione dei tessuti molli in quest’area. Durante la locomozione, le pressioni della fascia nasale differivano in relazione alla posizione della testa del cavallo. Quando la testa era posizionata più orizzontalmente (per esempio al galoppo), si sono rilevate pressioni significativamente più elevate. Studi precedenti simili, hanno dimostrato che la riduzione delle pressioni elevate sotto il sottopancia e la sella è associata a una migliore locomozione. La stessa relazione si vede con la briglia; aree di alte pressioni a livello di sopracapo e fascia nasale hanno un effetto significativo sulla locomozione equina e inducono il cavallo a sviluppare una strategia locomotoria di compensazione.
Una capezzina messicana appositamente progettata, è stata posizionata sul muso del cavallo più in alto dell’arteria e della vena che corrono sotto la cresta facciale. Essa ha esercitato una pressione minore portando a una migliore locomozione e a una maggiore gamma di movimenti articolari.
Si portebbe supporre che rimuovere la fascia nasale rimuova il problema, ma è stato dimostrato che questo è controproducente. La fascia nasale fornisce stabilità alla briglia e migliora l’interfaccia tra la briglia e la testa. È stato dimostrato che i cavalli si comportano meglio quando le briglie(e tutta l’attrezzatura) sono stabili. I cavalli hanno bisogno di stabilità per trasferire efficacemente le forze propulsive dagli arti posteriori per spingere la loro massa in avanti. Se il cavallo è instabile, cercherà una strategia di stabilizzazione, che di conseguenza indurrà un’asimmetria e una perdita di prestazioni.
Si è quindi provato ad utilizzare una fascia nasale imbottita con un materiale che assorbisse la pressione, scaricandola soprattutto al centro e lasciando le narici più libere. A questo si è aggiunto un frontalino posizionato più in basso rispetto alle orecchie. Le performance sono aumentate in modo sensibile.
Possiamo ancora una volta vedere che, almeno per quello che riguarda i cavalli da prestazione, oltre alla cura del cavaliere, alla giusta alimentazione (e integrazione) dobbiamo anche associare i giusti mezzi per permettere al nostro animale di muoversi al meglio. Come tenere le briglie del cavallo è un concetto molto importante, anzi, come tenere le briglie è fondamentale per ogni cavaliere che si rispetti, ma anche la loro forma conta. Forse se fate solo lunghe e piacevoli passeggiate col vostro cavallo, queste considerazioni non vi toccano. Ma se siete agonisti, e volete il meglio per il vostro animale e anche per la performance, considerate l’idea di far modificare le briglie o di acquistarle considerandone il design!
Rachel Murray, Russell Guire, Mark Fisher, Vanessa Fairfax,
A Bridle Designed to Avoid Peak Pressure Locations Under the Headpiece and Noseband Is Associated With More Uniform Pressure and Increased Carpal and Tarsal Flexion, Compared With the Horse’s Usual Bridle, Journal of Equine Veterinary Science, Volume 35, Issues 11–12.